Tab Article
Come novello "Diario di Anna Frank", questo libro è il racconto della vita di una ragazza, primogenita in una famiglia di intellettuali, che era appena una studentessa di quattordici anni quando i sovietici la prelevarono a Kaunas e la deportarono nella Siberia artica insieme con la madre e il fratello, mente il padre veniva internato e ucciso in un lager degli Urali. I manoscritti del suo libro, conservati al Museo nazionale lituano, sono due e risalgono a periodi diversi e lontani. Il primo, nascosto e smarrito in un barattolo ritrovato quattro anni dopo la morte dell'autrice, descrive gli anni della deportazione. Il secondo, è un rifacimento, ampliato del primo, di quando Dalia, tornata da una seconda deportazione subita perché aveva sepolto nella cantina di casa la madre morta da clandestina, fu convinta da un'amica a riordinare e completare le sue memorie. Diventata nel frattempo medico, viene inoltre cacciata dall'ospedale, dove lavorava dopo aver scontato calunnie, persecuzioni e l'ostracismo del kolchoz. Una morte civile decretata dalle gerarchie comuniste lituane perché aveva osato scampare alle tombe di ghiaccio del Mar di Laptev per poterne raccontare l'ignominia. Inoltre il libro è impreziosito dai disegni di Gintautas Martynaitis. Ecco come, con i suoi occhi e la sua matita di bambino (aveva solo 6 anni ai tempi della deportazione), ha visto e disegnato la cattura e la vita dei deportati lituani al Mar di Laptev.